Un miliardo di foto, per quelli tipo mima’ che no c’hanno faccialibro
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C.A.Z. sez. alpinismo & arrampicata – Proposte semiserie per inverno/primavera/estate 2013/2014
Come l’anno scorso butto giu’ un po’ di idee sulle cose che possiamo valutare di fare. Va da se che trattasi di un elenco in divenire, che chi ha idee le dica e che affiancamenti per la parte organizzativa sono sempre ben accetti
INVERNO [ovvero cose che si puo’ anche pensare di fare prima del 21/3]
- Il Polluce dalla cresta SO – proposta già strutturata nell’inverno scorso, qui , io ci riprovo, sai mai…
SENZA SE E SENZA MA [ovvero cose che se non le facciamo, ci dobbiamo nascondere e darci al macrame’]
## ROCCIA ##
- liberare il diedro alla torre Laura [qui]
- ripetere e aggiustare la variante alla nuova via Andrea e Paolo [qui]
- una (o piu’?) a scelta tra le grosse vie sopra alla tartabaita [il diedro Raffi – Rattazzani o Tempi Moderni su Punta Udine dietro al rifugio Giacoletti e/o la via Manera alla Punta Sella]
- …o 3bis… Dietro al Giacoletti, a chi fa impressione il VI in montagna c’e’ la Cresta di Punta Udine che pare un itinerario della madonna tutto di IV. Tipo che si potrebbe fare questa e poi i diedrone il giorno dopo :p
## QUOTA ##
- Il Polluce (cfr. un po’ piu’ su)
- La Cresta di Rochefort con allegato, eventualmente, il dente del gigante a chi gli manca
- Via Ottoz alla Pyramide du Tacul (vetta a 3.468, sviluppo 300m 10 tiri, max 5c) – relazione qui
- Il Monte Bianco, o dai 3 monti (Paure? Terrori?) – relazioni ovunque, tipo qui – o dai Mulets con gli sci – anche qui relazioni ovunque, ad esempio qui e qui.
SOGNI NEL CASSETTO [ovvero la roba che per anche solo per pensarci bisogna uscire un po’ (a volte un bel po’…) dalla “comfort zone”]
- via Campia al corno stella (200m max 5c) – relazione qui per la combinazione con esprit libre (140m max 5b), qui invece il pilastro oscar (285m max 5c) o qui per regalami un sorriso (290m max 6a).
- Noli Piana (Direttissima) alla torre sud dell’asta sottana – 330m 7 tiri, obbligatorio e max V (relazioni qui e qui)
- Via eterni peter pan alla rocca la Meja – 350m 9 tiri obbligatorio e max 6a+ – relazioni e immagini qui, qui e qui
- La Biancograt al Bernina (qui, qui, ecc..)
- La cresta Rey alla Dufour.
- La cresta Signal alla Gnifetti
- Lo Sperone della Brenva (questo qui…)
MERENDE AD ALTA QUOTA – Ovvero le cose che si possono fare insieme, con circa 1 unica destinazione, ma con modalita’ a volte drammaticamente diverse
- progetto “Una birra alla Margherita“, qualcuno dalla normale (vedi qui), qualcuno dalla Signal (vedi sopra)
- progetto “i monti di casa (mia)” – merenda in cima al Monte Bove , qualcuno passeggiando, qualcuno su dalla Alletto – Consiglio
il C.A.Z. In Valle Po
Un weekend molto merendero, con una cena memorabile alla baita della polenta (nomen omen), un po’ di battesimi di multipitch e doppia di 40 metri per tutti. Così quando i nostri emissari al corso CAI arg si imbatteranno nelle manovre di sosta e di calata potranno dire “tsk ma ‘sta roba l’abbiamo imparata già al C.A.Z!” 2 foto:
Il C.A.Z. in alta montagna parte 2 – punta Gnifetti
La punta Gnifetti e’ una vetta del massiccio del Monte Rosa del quale e’ la terza elevazione dietro ad altre 2 vette situate sullo stesso crinale, la Dufour e la Zumstein.
Famosa e frequentata quasi tutto l’anno, presenta un versante sudorientale molto ostico che precipita per quasi 2000 metri a cavallo della cresta Signal e un versante piu’ dolce verso la svizzera e lo spartiacque breithorn-lyskam dove corre la via di salita normale.
In cima alla punta Gnifetti c’e’ il rifugio piu’ alto d’europa, la capanna Margherita.
L’abbiamo provata in 6 il primo settembre, con pernottamento alla capanna Gnifetti (che e’ un posto notevole, a parte il pessimo gioco di parole che crea quando sali a PUNTA gnifetti…), butto un po’ di note e qualche foto.
- I rifugi di alta montagna non sono cari. Diventano GIUSTAMENTE cari se uno li vuole trattare da alberghi. Passare la notte allo Gnifetti per un socio CAI costa 14 euro, se ti porti la cena e’ quanto spendi. Una birra grande spinata fresca in un boccale di vetro costa quasi altrettanto, e ci mancherebbe!
- L’avevo previsto io che sarebbe stato freddo e infatti ci siamo congelati…
- Il colle del Lys e’ un posto topologicamente complicatoparte dal plateau sotto a punta Gnifetti e punta Parrot e arriva nella sua massima depressione all’inizio della cresta orientale dei Lyskamm. Tra questi 2 punti ci ballano quasi 100 metri di dislivello. In 4 su 6 partecipanti ci siamo girati indietro qui e siamo tornati in giu’, chi stremato dalla stanchezza e dall’altitudine, chi colpito dal freddo, chi perche’ non si lascia una cordata “sguarnita” in quelle condizioni e perche’ tanto il monte rosa non lo tocca nessuno, l’anno prossimo e’ ancora li’
- Salendo da punta Indren al rifugio Gnifetti, vale la pena passare sui canaponi a destra, scendendo, invece, no.
- un po’ di foto con le didascalie
Il C.A.Z. in alta montagna – Gran Paradiso
Una notevole sfida non solo alpinistica ma anche logistica, organizzativa e psicologica: il C.A.Z. sul Gran Paradiso, e non un paio di cordate, bensi’ 20 persone!
Un’emozione enorme, un enorme orgoglio, bellissimi ricordi.
AVANTI C.A.Z.!
## COSAQUANDOCOME ##
Partenza da Genova la mattina del 3 agosto, tappa in bassa valle per approvvigionamenti e arrivo a Pont intorno a mezzodi’, zaini e distribuzione del carico fatti con calma e via per il lungo avvicinamento verso il rifugio Vittorio Emanuele. L’ultima mezz’ora con la pioggia…
Pranzo, spuntini, relax, un po’ di spiegoni sull’uso di ramponi, imbraghi ecc. ed e’ gia sera, la notte stellatissima rinfranca un po’ le speranze per la giornata di domani che inizia prestissimo, alle 5:00 ben 4 cordate del C.A.Z. sono gia sulla pietraia sotto al ghiacciaio del Granpa, in bell’ordine e con le frontali d’ordinanza.
La stagione e’ un po’ indietro e il nevaio arriva ben piu’ in basso di quanto previsto, questo non ci turba, i ramponi ormai ce li sappiamo mettere pure al buio e gli imbraghi pure. E non ci facciamo scoraggiare nemmeno dai passaggi su roccia, nonostante il rumoraccio che ci fanno i ramponi sopra…
Piu’ in alto la situazione si fa piu’ complicata, iniziano le defezioni per stanchezza e infortuni pregressi, il ritmo cala e si addensano nuvoloni, c’e’ da prendere delle decisioni e cosi’ una cordata si ferma e due altre si mischiano. In 6 proseguiranno per arrivare in vista della schiena d’asino per poi valutare l’evoluzione del meteo e decidere, in 5 scenderanno.
Il meteo peggiora, piove sulle cordate in discesa, nevica su quelle in salita, l’impennata che porta sotto la schiena d’asino e’ dura e come promesso, si cambia ritmo. Si sale in silenzio, il fiatone rimbomba nelle orecchie, il ventaccio rende il freddo piu’ intenso e ogni passo lo si fa combattendo la voglia di girarsi.
In cima al dosso un conciliabolo si riunisce per valutare il cielo: dietro ai nuvoloni si vede il blu! Decidiamo: proviamo a salire ancora, la schiena d’asino e’ in vista, proviamo ad arrivare li’… Come previsto il tempo migliora, gli animi si sollevano e da lassu’ si vede la vetta, e’ quanto serviva per convincerci tutti: proseguiamo, magari non fulminei ma inesorabili, da qui fino alla crepacciata terminale non ci fermiamo piu’.
La parte di misto e di roccia fino alla madonna di vetta non la so raccontare, bisogna che la venite a vedere da soli
[alcune immagini sono rubate dal profilo facebook del lokomotiv zapata, che sta qui e piu’ in particolare da questa galleria]
Traversata dei Lyskamm [il C.A.Z. punta sempre piu’ in alto]
La traversata dei 2 Lyskamm e’ forse “la via in cresta” per antonomasia sulle alpi.
La pagina wikipedia dei Lyskamm ha una sessione specificamente dedicata alla traversata, per dire…
Fatta in cordata da 1 (ihihih) il 27/7 partendo dalla Staffal, passando la notte alla capanna Gnifetti e poi giu verso il Quintino Sella e di nuovo Staffal. Metto un paio di didascalie a quel paio di foto che ho fatto, per il resto chiedetemi a voce che sono oggettivamente troppo emozionato per scriverne
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DISCLAIMER: non si salgono le montagne da soli. No! Nemmeno con la merda metereologica, tantomeno da soli E con la merda metereologica. Se lo fate e muorite, poi non dite eh l’avevo letto su antisocial che senno’ vi meno.
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Il C.A.Z. in cima alle Alpi Liguri
Una sparuta e inedita cordata del CAZ e’ arrivata in cima al Marguareis, non dalla via normale ma dal rifugio Garelli e dal canale dei Genovesi, discesa dal canele dei Torinesi.
Note:
- Il dislivello di questa gita e’ alpinistico. Dall’auto al rifugio sono piu di 1000 metri, dal rifugio alla vetta sono 700. Nonostante siamo sulle liguri, sono distanze da montagne diverse…
- Probabilmente abbiamo fatto l’ultima salita “buona” dell’anno. In cima ai genovesi il path di neve su cui piantare i ramponi e’ piu’ stretto di 1 metro. Gia cosi’ e’ “pericoloso”, fosse peggio io punterei su “infattibile”
- I torinesi e’ piu’ brutto di quanto pensassimo. Con la neve marcia e le nuvole che si vedono nelle foto e’ abbastanza impressionante.
- Il Garelli e’ uno dei piu’ bei rifugi in uno dei posti piu’ belli che abbia mai visto, e e’ pure gestito benissimo.
- un po’ di foto Sotto le didascalie:
Schema uscite CAZ primavera estate 2013
[e’ la Brenva, non la guardate…]
Io le butto li’, poi chi vuole si aggreghi…
## ROCCIA ##
– liberare il diedro della torre Laura – relazioni qui
– via Campia al corno stella (200m max 5c) – relazione qui per la combinazione con esprit libre (140m max 5b), qui invece il pilastro oscar (285m max 5c) o qui per regalami un sorriso (290m max 6a).
– Noli Piana (Direttissima) alla torre sud dell’asta sottana – 330m 7 tiri, obbligatorio e max V (relazioni qui e qui)
– Via Manera alla punta Sella (Monviso) – 600m 15 tiri, obbligatorio e max V+ – relazione qui
– Via eterni peter pan alla rocca la Meja – 350m 9 tiri obbligatorio e max 6a+ – relazioni e immagini qui, qui e qui
## QUOTA ##
– Monte Bianco dalla “via dei 3 monti” (PD+ dislivello 1200m) – relazioni ovunque, la via e’ talmente famosa che ha una pagina wikipedia tutta sua -> [20-21/07 ?]
– Via Ottoz alla Pyramide du Tacul (vetta a 3.468, sviluppo 300m 10 tiri, max 5c) – relazione qui -> [13-14/07 ?]
– Polluce dalla cresta SO – l’avevo proposto in inverno qui, d’estate e’ uguale ma con meno neve
## HC ##
– Concatenamento Polluce – Castore – e’ la naturale prosecuzione della salita al Polluce.
– Cresta dei Lyskam – relazione qui ma soprattutto questo video.
– Sperone della Brenva – eheheheh gia rido qui, qui ma soprattutto qui e in cima a questo post
– Cervino dalla cresta del Leone – non c’e’ molto altro da dire
## SCUOLA & C.A.Z.ZATE ##
– Gran Paradiso, via normale dal rifugio Vittorio Emanuele (PD, 2100m dislivello dal rifugio) – relazioni qui e qui -> [3-4/08]
– Via col vento di Notte – qui
Una proposta del C.A.Z.! Immancabile! Imperdibile!
E’ da un po’ che la meno su questa storia, alla fine direi che le premesse per farlo davvero ci sono per cui eccoci qui all’invito ufficiale.
## Cosa? ##
Andare a fare “Via col vento” (70m circa, 4c MAX, 4 tiri, relazione qui e qui) alla rocca di Perti (Finale Ligure) di notte alla luce delle frontali.
## Quando? ##
Previsioni e calendario lunare alla mano, le sere buone sono quella di mercoledi’ 24/10 e di giovedi’ 25/10. Una roba tipo che si mangia leggeri, si sale e poi si prova a vedere se e’ ancora aperta a ca de Alice
## Chi? ##
Piu’ siamo piu’ ci divertiamo, per fare i secondi non e’ necessaria che un po’ di esperienza base di arrampicata multipitch, un caschetto, una frontale e materiale standard. Se invece venite a fare i primi meglio ancora, ne serve almeno 1 ogni 3 e di esperienza ne serve un filo di piu’…
Hallelujah! [un pezzo di C.A.Z. vicino al tetto d’europa]
E alla fine abbiamo portato il C.A.Z. (o almeno una parte…) sul Monte Bianco, o almeno su una delle vette del Bianco, una che cmq non e’ male come rappresentativita’…
Un sacco di prime in questo giro, la prima volta sul Bianco, la prima volta in 3, la prima volta del Socio Biondo in alta quota, la prima volta che si fa’ un V a circa 4000, un sacco di roba
Due parole sulla via, scritte prendendo spunto MOLTO liberamente da questa relazione di Sassbaloss.
Descrizione generale
vedi il post precedente qui
Avvicinamento e punti di appoggio
Il punto di appoggio piu’ ovvio e sensato per fare il Dente e’ il Rifugio Torino, sia per chi ci dorme e parte all’alba come noi sia per ci ci passa soltanto e sale direttamente da Courmayeur. La stazione di partenza e’ nella frazione de La Palud, l’auto si lascia gratis 2 curve prima della stazione stessa. Un a/r per il rifugio sta a 34 € e l’opzione andare a piedi non esiste davvero, sono 2000 metri di dislivello su un pessimo sentiero, tra l’altro al momento chiuso perche sulla testa ti passano i montacarichi del cantiere della nuova funivia. Il ritorno vale anche nei giorni successivi, l’ultima corsa in giu’ e’ alle 17:00 che e’ un pacco… Dal punto di arrivo della funivia si salgono un centinaio di gradini che portano al Torino Vecchio, dove si dorme, magna, guarda il panorama e da dove si parte.
Attacco e descrizione della via
Dalla terrazza del Torino si prende una scalinata che ben presto si trasforma in sentiero pietroso (corrimano e gradini) lato “dente”, dopo 5 minuti suddetto sentiero finisce sul ghiacciaio, dove ci si imbraga, lega, estrae la piccozza e si parte davvero. Nel nostro caso prima dell’alba, per cui con anche le frontali accese, il che da’ una bellissima prospettiva sulle cordate che precedono. Inizialmente il ghiacciaio e’ in leggera discesa e non presenta alcuna difficolta’ a parte lo slalom sui crepacci (all’alba cmq abbastanza chiusi), si lascia a destra l’Aiguille Marbre’ e si prosegue poi in salita dapprima leggera e poi piu’ marcata puntando un evidente gendarme arancione sulla sinistra della barriera di sfasciumi sotto al dente. A fine stagione si risalgono gli sfasciumi direttamente sotto al gendarme mentre piu’ indietro (maggio, giugno) e’ ancora presente un canalino di neve che sale a 45° fino alla selletta a destra del gendarme stesso. Da qui si prosegue per la vaga cresta (qualche ometto, un paio di passaggi di II) avendo cura di non uscire troppo dalla traccia battuta dove i massi instabili sono un pericolo vero. Noi di persona personalmente abbiamo fatto un fuorivia di max 20 metri e abbiamo staccato un televisore di granito che ne ha portati con se almeno un altro paio… Fortuna che le cordate sotto erano in cresta.
In cima alla crestina si aggira a dx o a sx un gendarme giallastro (piu’ ripido e nevoso a sinistra, roccia e molto esposto a dx) per poi ricollegarsi per pochi metri alla cresta di Rochefort, abbandonarla a sinistra e con un ampio semicerchio lasciando a dx il Dente si arriva alla spianata di roccia e neve della salle à manger dove si molla l’equipaggiamento da ghiaccio e misto e ci si attrezza per i tiri su roccia. Nel nostro caso erano le 7:15 e faceva un freddo cane, la luce arrivera’ qui intorno alle 8, sulle placche della via intorno alle 9.
La via
L1: aggirare lo spigolo a sinistra e successivamente alzarsi un paio di metri. Poi obliquare verso sinistra entrando in un diedro aperto sino alla sosta (cordoni su clessidra+maglia rapida). 30 Mt., IV°, III°, corda fissa sul primo tratto, 2/3 spit, 1 sosta intermedia (2 chiodi).
[ndr: noi abbiamo attaccato alle 8, il tiro e’ tutto all’ombra e la tentazione e’ quella di farlo con scarponi e guanti. Si puo’ fare, ma la libera a quel punto diventa parecchio complicata]
L2: risalire il diedro fino al suo termine su tagli orizzontali e spacchi per poi uscirne a sinistra su di un terrazzino, passo di forza. Si sosta sul terrazzino o sul gradone appena soprastante. 35 Mt., III° pochi chiodi e 1 nut incastrato, ottime possibilita’ di assicurarsi con friend e nut.
[ndr: se c’e’ molto traffico fate sosta sopra al gradone sugli spit che tengono l’inizio del cordone. Qui e’ dove Mummery lascio il suo celeberrimo biglietto :)]
L3: Niente popodimeno che le placche Burgener Si attaccano sul bordo sinistro e la salita e’ una lunga e delicata progressione su tagli verticali, dulfer accennate e intagli orizzontali comodi per i piedi. Poco prima di una piccola cenga sulla destra c’e’ la possibilita’ di fare una sosta, altrimenti si prosegue per un muretto verticale a piccole scaglie oltre il quale si insegue obliquando a destra una bella lama a meta’ della quale si sosta. 55 Mt., IV+, V-, III, corda fissa e spit.
[ndr: ci si puo’ permettere di saltare la sosta a meta’ strada se e solo se si hanno corde di 60 metri, si rinvia lungo e la sosta sotto e’ stata fatta al di sopra del gradone. Noi abbiamo fatto cosi’ e Il Socio ha fatto sosta con 1 metro di corda d’avanzo… La placca si puo’ fare in libera ammesso che ci sia il sole, si abbia a disposizione qualche friend e non ci sia una ressa di cordate sotto che vi mozzica il culo]
L4: mediante gli ultimi metri della lama si raggiunge la base di un diedrino verticale con passo iniziale difficile. Dopo circa 6 metri il diedro è interrotto da un terrazzino. Spostarsi sul terrazzino leggermente a destra per riprendere il diedro, ora meno verticale, sino alla sosta (1 chiodo+1 tondino in ferro). 40 Mt, IV, V, IV, corda fissa, 1 chiodo.
[Il diedro e’ tosto. Vale il discorso del tiro precedente per la libera. Il tondino ha l’anello aperto… Occhio.]
L5: dopo pochi metri piu’ o meno verticali per uscire sopra la sosta si prosegue sull’aerea cresta (seguirne circa il filo, a volte a sx dello stesso a volte a dx, seguendo le tracce degli scarponi e alcuni friends incastrati nelle fessure) fino a sostare (2 spit con catena ed anello di calata) pochi metri sotto la cima occidentale (Punta Sella).
50 Mt., IV°, III°, corda fissa primo pezzo.
[ndr: Per il Socio Biondo e’ stato il battesimo su cresta. Nel senso cresta VERA, non le cazzate, ci stanno 2 km di esposizione lassu’…]
L6: salire sulla Punta Sella e scendere sul versante opposto. Due saltini di un paio di metri, di cui il secondo piu’ complicato e strapiombante (spit con cordino) deposita sulla sella tra le due punte della vetta. Si sosta alla base del secondo saltino o si traversa la sella e si sosta alla base della punta Graham. 30 Mt., III, 1 spit con cordino.
[ndr: Il secondo salto in discesa e’ un po’ impressionante, piu’ per chi segue che per il primo di cordata che assurdamente ha la corda dall’alto. Per i “bassi” (meno di 160 cm.) puo’ essere utile allungare il cordino appeso]
L7: si sale l’ultimo breve e semplice muretto che porta in vetta dove si sosta su spuntone o direttamente sulla madonna. 15 Mt., III+, corda fissa.
[ndr: Sosta su madonna, OH YEAH!]
Discesa
1 doppia sulla madonna riporta sulla sella tra le 2 punte, si prosegue fino alla base della punta Sella (ignorando l’orribile gioco di parole…) e la si aggira 1 mt. a sinistra, dalla sosta comincia una serie di 3 doppie di circa 50 mt ognuna (soste attrezzate con spit e anello) che portano alla base del dente qualche metro sopra alla salle à manger. Li’ si riprende il materiale e si scende per gli sfasciumi dell’andata (delicati in discesa) e il ghiacciaio, nel pomeriggio ben piu’ crepacciato che all’alba.
[ndr: se si parte dal Torino alle 5:00 esiste la possibilita’ di prendere l’ultima funivia a scendere, se invece si parte alle 7:00 per pigliare il sole sulle placche e azzardare la libera pigliatevela pure comoda che vi aspetta una seconda notte al rifugio. Noi, per dire, siamo partiti alle 5 e abbiamo mancato la funivia di 10 minuti…]
Le foto
Le didascalie
- Welcome to Mordor! Il Dente dal Torino, in tutto il suo splendore quando emerge dalle nuvole
- Dall’altro lato del Torino, La cresta di Peuterey con da sx l’aiguille Noire, les Dames Anglaises, la Blanche, il Freney, il Pilier d’Angle, il Bianco… Il Sogno con la i e la s maiuscole.
- Facce gia sfatte all’attacco degli sfasciumi, fa freddo, si nota anche e soprattutto dalla mise del socio biondo…
- Sempre sfasciumi ma decisamente piu’ in alto
- L’uscita sulla cresta di Rochefort, servono gli occhiali da sole da qui in poi
- La cosa brutta della salle à manger e’ il panorama :p
- Il Socio sulla placca Burgener. Mica pizza e fichi…
- Madonne OVUNQUE! Questa e’ in vetta…
- Dente del Gigante NO TAV!
Jeff Buckley