Category Archives: roccia ghiaccio e neve

The 3 stooges – versione Alpi Liguri

Esterno, giorno. Poco dopo l’alba.

Personaggi:

stooge 1: Il Capo ™
stooge 2: L’atleta
stooge 3: Il tavolaro o l’uomo con 2 sole lame

Lo scenario e’ quello della parte alta del Canale dei Genovesi sul Marguareis, in condizioni invernali il salto di roccia che chiude il canale e’ ricoperto di neve, quindi fatta una  piccola doppia dal colle, ci si posiziona per partire con sci/tavola subito sotto. Non lo so con precisione  quanto pende “LI'” pero’ pende molto. Guardare queste foto per credere.

[l’ultima foto e’ presa da un po’ piu’ giu, dove la pendenza si addolcisce un pelo. Notare il sotto della tavola.]

Quando scende l’ultimo dalla doppia, con la corda sulle spalle un po’ scomposta, gli altri 2 lo guardano e commentano quasi in coro:

Il tavolaro/L’atleta: “Guarda che la corda li’ non va mica bene…”
Il Capo ™: “E che facciamo? la buttiamo giu dal canale?”
Il tavolaro (accidentalmente, il padrone della corda): “Col cazzo, vieni qua che me la metto nello zaino piuttosto”
Il Capo ™: “Ok, ve la tiro”
L’atleta: “Avvicinati un pelo e la piglio io”

[Il Capo ™ tira la corda]
[L’atleta manca la corda]
[la corda comincia a scivolare giu’ x il canale]

Il tavolaro: “Vabbeh la recuperiamo dopo allora…”

[la corda accelera minacciosamente giu per il canale]

Il tavolaro: “Massi’ cmq non mi serviva poi molto quella corda li'”

[la corda fa la curva del canale e scompare alla vista]

Il tavolaro: “Avevo anche una mezza idea di buttarla via…”

 

Le foto sono di Alessandro Albicini

C.A.Z. sez. alpinismo & arrampicata – Proposte semiserie per inverno/primavera/estate 2013/2014

bovenord

Come l’anno scorso butto giu’ un po’ di idee sulle cose che possiamo valutare di fare. Va da se che trattasi di un elenco in divenire, che chi ha idee le dica e che affiancamenti per la parte organizzativa sono sempre ben accetti :)

INVERNO [ovvero cose che si puo’ anche pensare di fare prima del 21/3]

  1. Il Polluce dalla cresta SO – proposta già strutturata nell’inverno scorso, qui , io ci riprovo, sai mai…

SENZA SE E SENZA MA [ovvero cose che se non le facciamo, ci dobbiamo nascondere e darci al macrame’]

## ROCCIA ##

  1. liberare il diedro alla torre Laura [qui]
  2. ripetere e aggiustare la variante alla nuova via Andrea e Paolo [qui]
  3. una (o piu’?) a scelta tra le grosse vie sopra alla tartabaita [il diedro Raffi – Rattazzani o Tempi Moderni su Punta Udine dietro al rifugio Giacoletti e/o la via Manera alla Punta Sella]
  4. …o 3bis… Dietro al Giacoletti, a chi fa impressione il VI in montagna c’e’ la Cresta di Punta Udine che pare un itinerario della madonna tutto di IV. Tipo che si potrebbe fare questa e poi i diedrone il giorno dopo :p

## QUOTA ##

  1. Il Polluce (cfr. un po’ piu’ su)
  2. La Cresta di Rochefort con allegato, eventualmente, il dente del gigante a chi gli manca :)
  3. Via Ottoz alla Pyramide du Tacul (vetta a 3.468, sviluppo 300m 10 tiri, max 5c) – relazione qui
  4. Il Monte Bianco, o dai 3 monti (Paure? Terrori?) – relazioni ovunque, tipo qui –  o dai Mulets con gli sci – anche qui relazioni ovunque, ad esempio qui e qui.

SOGNI NEL CASSETTO [ovvero la roba che per anche solo per pensarci bisogna uscire un po’ (a volte un bel po’…) dalla “comfort zone”]

  1. via Campia al corno stella (200m max 5c) – relazione qui per la combinazione con esprit libre (140m max 5b), qui invece il pilastro oscar (285m max 5c) o qui per regalami un sorriso (290m max 6a).
  2. Noli Piana (Direttissima) alla torre sud dell’asta sottana – 330m 7 tiri, obbligatorio e max V (relazioni qui e qui)
  3. Via eterni peter pan alla rocca la Meja – 350m 9 tiri obbligatorio e max 6a+ – relazioni e immagini qui, qui e qui
  4. La Biancograt al Bernina (qui, qui, ecc..)
  5. La cresta Rey alla Dufour.
  6. La cresta Signal alla Gnifetti
  7. Lo Sperone della Brenva (questo qui…)

MERENDE AD ALTA QUOTA – Ovvero le cose che si possono fare insieme, con circa 1 unica destinazione, ma con modalita’ a volte drammaticamente diverse

  1. progetto “Una birra alla Margherita“, qualcuno dalla normale (vedi qui), qualcuno dalla Signal (vedi sopra)
  2. progetto “i monti di casa (mia)” – merenda in cima al Monte Bove , qualcuno passeggiando, qualcuno su dalla Alletto – Consiglio

 

La prima volta fa sempre male

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Doveva succedere, e’ successo col botto.

A quelli che vanno a fare la loro prima scialpinistica di solito i compagnetti li portano a bordo pista, su’ per il monticello dietro casa e poi giu da pianori quasi orizzontali con la neve trasformata e levigata.

A me i miei compagnetti mi hanno portato a fare 1200 m di dislivello in su’ e una 4.2 E2 in giu (la scala delle difficolta sta qui), l’immagine in testa e’ quella della parete su cui corre la linea di discesa. L’itinerario e’ questo qui

Permango dell’idea che sciare (soprattutto nella powder) con 2 snowboard, 1 per gamba, sia contro natura, pero’ il grande insegnamento di oggi e’ che bisogna essere piu’ allenati. Il resto sono tutte cazzate. Anche il ginocchio tritato.

Va da se che chi conosce chi affitta delle splitboard e’ invitato a contattarmi :)

 

Una domenica

La surrealtà di un appuntamento in cima a una montagna, alle 7:30 del mattino, con un cronometrista (montagna bassa, mind you…), i dubbi su dove è opportuno mettere le corde fisse per una gara di trail running (di qua? di la? qui? li? ma se la mettiamo qui vale? ma qua la usano? ma se la lasciamo molla ce la calpestano?) la delusione di un “ristoro” per gli atleti che è fatto da banane, mele, acqua fresca e limoni (pochi gradi sopra lo zero, vento e nebbia, 24 novembre…).

Frase del giorno: “adesso la senti molla, ma se la prendi in mano vedrai che e’ meglio”.

Il vertikal di Punta Martin da un p.to di vista peculiare

il C.A.Z. In Valle Po

Un weekend molto merendero, con una cena memorabile alla baita della polenta (nomen omen), un po’ di battesimi di multipitch e  doppia di 40 metri per tutti. Così quando i nostri emissari al corso CAI arg si imbatteranno nelle manovre di sosta e di calata potranno dire “tsk ma ‘sta roba l’abbiamo imparata già al C.A.Z!” 2 foto:

Il C.A.Z. in alta montagna parte 2 – punta Gnifetti

La punta Gnifetti e’ una vetta del massiccio del Monte Rosa del quale e’ la terza elevazione dietro ad altre 2 vette situate sullo stesso crinale, la Dufour e la Zumstein.

Famosa e frequentata quasi tutto l’anno, presenta un versante sudorientale molto ostico che precipita per quasi 2000 metri a cavallo della cresta Signal e un versante piu’ dolce verso la svizzera e lo spartiacque breithorn-lyskam dove corre la via di salita normale.

In cima alla punta Gnifetti c’e’ il rifugio piu’ alto d’europa, la capanna Margherita.

L’abbiamo provata in 6 il primo settembre, con pernottamento alla capanna Gnifetti (che e’ un posto notevole, a parte il pessimo gioco di parole che crea quando sali a PUNTA gnifetti…), butto un po’ di note e qualche foto.

  1. I rifugi di alta montagna non sono cari. Diventano GIUSTAMENTE cari se uno li vuole trattare da alberghi. Passare la notte allo Gnifetti per un socio CAI costa 14 euro, se ti porti la cena e’ quanto spendi. Una birra grande spinata fresca in un boccale di vetro costa quasi altrettanto, e ci mancherebbe!
  2. L’avevo previsto io che sarebbe stato freddo e infatti ci siamo congelati…
  3. Il colle del Lys e’ un posto topologicamente complicatoparte dal plateau sotto a punta Gnifetti e punta Parrot e arriva nella sua massima depressione all’inizio della cresta orientale dei Lyskamm. Tra questi 2 punti ci ballano quasi 100 metri di dislivello. In 4 su 6 partecipanti  ci siamo girati indietro qui e siamo tornati in giu’, chi stremato dalla stanchezza e dall’altitudine, chi colpito dal freddo, chi perche’ non si lascia una cordata “sguarnita” in quelle condizioni e perche’ tanto il monte rosa non lo tocca nessuno, l’anno prossimo e’ ancora li’ :)
  4. Salendo da punta Indren al rifugio Gnifetti, vale la pena passare sui canaponi a destra, scendendo, invece, no.
  5. un po’ di foto con le didascalie :)

 

 

Il C.A.Z. in alta montagna – Gran Paradiso

Una notevole sfida non solo alpinistica ma anche logistica, organizzativa e psicologica: il C.A.Z. sul Gran Paradiso, e non un paio di cordate, bensi’ 20 persone!
Un’emozione enorme, un enorme orgoglio, bellissimi ricordi.

AVANTI C.A.Z.!

## COSAQUANDOCOME ##

Partenza da Genova la mattina del 3 agosto, tappa in bassa valle per approvvigionamenti e arrivo a Pont intorno a mezzodi’, zaini e distribuzione del carico fatti con calma e via per il lungo avvicinamento verso il rifugio Vittorio Emanuele. L’ultima mezz’ora con la pioggia…

Pranzo, spuntini, relax, un po’ di spiegoni sull’uso di ramponi, imbraghi ecc. ed e’ gia sera, la notte stellatissima rinfranca un po’ le speranze per la giornata di domani che inizia prestissimo, alle 5:00 ben 4 cordate del C.A.Z. sono gia sulla pietraia sotto al ghiacciaio del Granpa, in bell’ordine e con le frontali d’ordinanza.

La stagione e’ un po’ indietro e il nevaio arriva ben piu’ in basso di quanto previsto, questo non ci turba, i ramponi ormai ce li sappiamo mettere pure al buio e gli imbraghi pure. E non ci facciamo scoraggiare nemmeno dai passaggi su roccia, nonostante il rumoraccio che ci fanno i ramponi sopra…

Piu’ in alto la situazione si fa piu’ complicata, iniziano le defezioni per stanchezza e infortuni pregressi, il ritmo cala e si addensano nuvoloni, c’e’ da prendere delle decisioni e cosi’ una cordata si ferma e due altre si mischiano. In 6 proseguiranno per arrivare in vista della schiena d’asino per poi valutare l’evoluzione del meteo e decidere, in 5 scenderanno.

Il meteo peggiora, piove sulle cordate in discesa, nevica su quelle in salita, l’impennata che porta sotto la schiena d’asino e’ dura e come promesso, si cambia ritmo. Si sale in silenzio, il fiatone rimbomba nelle orecchie, il ventaccio rende il freddo piu’ intenso e ogni passo lo si fa combattendo la voglia di girarsi.

In cima al dosso un conciliabolo si riunisce per valutare il cielo: dietro ai nuvoloni si vede il blu! Decidiamo: proviamo a salire ancora, la schiena d’asino e’ in vista, proviamo ad arrivare li’… Come previsto il tempo migliora, gli animi si sollevano e da lassu’ si vede la vetta, e’ quanto serviva per convincerci tutti: proseguiamo, magari non fulminei ma inesorabili, da qui fino alla crepacciata terminale non ci fermiamo piu’.

La parte di misto e di roccia fino alla madonna di vetta non la so raccontare, bisogna che la venite a vedere da soli :)

[alcune immagini sono rubate dal profilo facebook del lokomotiv zapata, che sta qui e piu’ in particolare da questa galleria]