Il C.A.Z. in una sua composizione atipica, allargata in fase festaiola e iper-ristretta in fase realizzatoria ha effettuato una trasfertona in val Maira (Piemonte) e per festeggiare il trentesimo genetliaco de “Il Socio” e per realizzare la via di cui in oggetto, suggerita da “La Socia”, che come al solito prima suggerisce e poi nojaltri si pena come degli stronzi No worries Socia, ti ci portiamo al piu’ presto!
La rocca provenzale e’ questo belinone di quarzite qui, la foto e’ presa dall’abitato di Chiappera e si vede bene la parete su cui corre la via e la vallata (a dx della rocca) su cui si sviluppa il sentiero d’avvicinamento.
Per la via cito un paio di relazioni, qui e qui (questo ultimo e’ un pdf) che pero’ in effetti non ci hanno DAVVERO soddisfatto, per cui mi permetterei di copincollarne una qui sotto (quella di cuneoclimbing.it) e mi permetterei addirittura di metterci delle note a margine che spero aiuteranno i ripetitori.
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primi salitori: Dino Degiovanni ed Enrico Bruno estate 2001
quota partenza (m.): 1700 circa
sviluppo (m.): 200
tempo di salita: 3 ore
difficoltà: D+ (V+ max)
[NDR: non e’ vero. Il max in libera, e’ 1 passaggio 1, il ristabilimento dopo lo strapiombo di L6, che FORSE era V+ all’epoca della chiodatura, adesso le prese buone chissa’ dove stanno, alla base della via credo, e in libera NON e’ niente di meno di 6a+]
esposizione: E
località partenza: poco sopra Chiappera
punti appoggio: Campeggio “Campo Base” o qualsiasi li’ attorno a Chiappera
periodi dell’anno consigliati: da maggio ad ottobre
materiale: 2 corde da 60, 10 rinvii, qualche friends medio piccolo
ACCESSO STRADALE E AVVICINAMENTO
Da Cuneo fino a Dronero, poi si percorre l’intera Valle Maira fino al suo termine. Arrivati a Chiappera si continua per 2 km circa fino alla partenza del sentiero per il Colle Greguri dove si lascia la macchina (cartello indicatore). Si percorre il sentiero per 30’ circa fino ad individuare la zona di attacco; giunti
ad un ripiano si piega verso sinistra per tracce fino alla base della parete.
La via attacca una decina di metri a sinistra della Bonelli, il primo spit, poco visibile, è posto sopra un tettino obliquo; la prima sosta è a sinistra di un evidente alberello su cui sosta la Bonelli.
[NDR: se non si guarda la foto in cima al pdf linkato lassu’ l’attacco e’ quasi impossibile da immaginare con questa descrizione. Durante l’avvicinamento, affiancando la prima meta’ della parete e’ evidentissimo lo spigolo su cui corre la via “Spigolo di Gaia”, e’ giallo e enorme; “danza provenzale” attacca 10 metri a destra di quello spigolo.]
Nella foto l’itinerario è quello in rosso.
[NDR: la foto e’ quella in cima al pdf di cui sopra]
ROCCIA
Quarzite da buona ad ottima; la presenza di zolle erbose sulla via non disturba più di tanto l’arrampicata.
CHIODATURA
A spit da 10 distanziata, soste su 2 spit con maillon
[NDR: occhio, che la chiodatura e’ distanziata davvero. Io e il socio abbiamo dedotto che la logica del chiodatore e’ stata: “quando e’ facile, il chiodo NON C’E'”. Non “e’ distante”, non c’e’ proprio… Quest’approccio puo’ impressionare i falesisti non tanto sui passaggi ++duri dove i chiodi ci sono (sul crux in strapiombo di L6 ci sono 3 spit in 2 metri…) ma sui passaggi sul IV/V dove bisogna mettere in conto dei runout di 7/8 metri]
DESCRIZIONE
L1 IV+ si sale facilmente una decina di metri su placca a gradoni fino ad un piccolo tettino, poi su placca fino ad una cengetta erbosa; un ultimo murettino con alcune lamette delicate porta in sosta su 2 fix (10 m a sinistra c’è S1 dello Spigolo di Gaia)
[NDR: 30 m. l’ultimo murettino se pur protetto non e’ niente banale.]
L2 V+: si sale la bellissima placca verticale con passaggi tecnici e delicati fino a piegare a destra su cengia erbosa dove è posta la seconda sosta
[NDR: 45 m. che sono tanti. “Piegare a dx.” e’ forse un po’ fuorviante in quanto il tiro e’ praticamente tutto verticale se non un pelo obliquo a sx. meno gli ultimi 3 metri. Questo tiro e’ molto tipico del resto della via: essa non ti molla un secondo. Non esistono 5 metri in cui ti riposi, la continuita’ e’ INCREDIBILE.]
L3 V: si sale il muretto fino ad uno strapiombetto che si supera utilizzando delle lame, poi una delicata placca verso sinistra porta sotto un muretto finale che si supera.
[NDR: 20 m. Che si supera? Come si supera? Boh… Bel tiro breve, il cui sviluppo tende a sinistra. Pigliatevi questa buona abitudine: se siete almeno 1 metro sopra all’ultimo chiodo e non vedete il prossimo, alla prima occasione mettete una protezione veloce.]
L4 V+: si attraversa verso sinistra prima facilmente, poi un passaggio verticale protetto bene, infine sempre sulla verticale si vince un muro articolato (possibilità di integrare) e si esce su un comodo ripiano in cui si sosta in comune con la classica Via Bonelli
[NDR: 25 m. Il traversino iniziale e il passaggio verticale che portano ad aggirare il tetto e la magnifica fessura off-width della “Bonelli” sono tosti. Ci stanno 3 chiodi in 10 metri che sembra uno spasso ma se ci arrivate allenati da falesia, sul passaggio verticale vi mettete a piangere. Cuore saldo, dita agili e piedi sicuri, questo passaggio, se lo fate da primi in libera ve lo potete rivendicare con gli amici]
L5 IV+/V: si supera il bombé sopra la sosta, poi fin sotto ad uno strampiobino (chiodatura distanziata), per placche più appoggiate con presenza di qualche zolla d’erba e con chiodatura da ricercare si arriva alla sosta su placca inclinata
[NDR: 50 m. Tantissimi. I 2 strapiombetti sono da azzeccare bene, il problema vero pero’ e’ la caccia al tesoro da fare per trovare i chiodi… Ricordatevi della regola d’oro sulle protezioni rapide]
L6 V+/AO per placca inclinata su giunge sotto un bel strapiombo chiodato vicino che si supera, uscendo su una rampa inclinata ascendente verso destra (attenzione a alcune lame instabili appoggiate) a cui segue un bel muretto verticale ben ammanigliato, poi più facilmente, ma sprotetto si arriva in sosta. E’ probabile che alcune prese che permettevano agevolmente il ristabilimento sullo
strapiombo siano saltate via: i primi salitori hanno gradato la libera in V+.
[NDR: non e’ probabile, e’ sicuro. La libera di ‘sta roba non e’ meno di 6a+. Dopo il cosiddetto muro verticale ammanigliato c’e’ quella che sembra una sosta intermedia. Fatela. Vi permette di far correre meglio le corde proteggendo il secondo che sale sullo strapiombo, Poi da li’ rimane un tirello di 20 metri di III con 2 spit fino alla sosta vera e propria che conclude la via.]
Discesa: In doppia sulla via o si prosegue ancora su terreno da attrezzare fino a raggiungere la normale della Provenzale.
[NDR: fate le doppie. Dalla fine della via ci si cala fino alla sosta sotto allo strapiombo, poi un’altra doppia solo per L5, poi una L4 + L3 (occhio che e’ parecchio diagonale a destra e non mancate la sosta in cima a L2 senno’ siete nella merda. Annodate le corde.) e poi fino alla base, avendo cura di passare a destra (salendo…) dell’alberello e SOLO E SOLTANTO se siete MATEMATICAMENTE CERTI che le corde siano 60 metri, noi siamo arrivati per terra con meno di 2 metri d’avanzo…]
Commenti personali: Piacevole arrampicata con molti passaggi di precisione. La spittatura è abbastanza sportiva, forse troppo considerando che la via per la difficoltà apparentemente bassa, può attirare cordate con poca esperienza. Abbinabile se si è veloci con la vicina Spigolo di Gaia.
[NDR: sono parole sante. Se il vostro grado max tecnico e psicologico e’ il 6a+ in falesia con 1 spit ogni 2 metri occhio che questa via vi mena. Forte.]