Riproviamo ad arrotarci un po’ i denti sul calcare finalese, demotivational supremo dopo mesi di inattivita’ sulla roccia e scegliamo un multipitch gia provato e apprezzato quasi 2 anni fa’, c’ha un primo tiro ai confini del banale (dice…) un secondo un po’ delicatino e unto, un terzo ciapa_e_tira e una calata geniale di 30 metri nel vuoto dentro alla grotta dell’edera che da sola vale lo sbattimento. Ottima occasione questa tra l’altro per far provare il thrill delle doppie ai “secondi” di giornata…
Buone relazioni le trovate qui e qui per cui tenderei a non ripeterle scrivendole peggio… Limitiamoci a delle note sparse:
- Sulla guida “””ufficiale””” del finalese, quella di Andrea Gallo di rockstore per intenderci, come al solito i tiri sono sottogradati in modo quasi insultante. Basti pensare che sulla sua relazione il primo tiro e’ un 4c e il terzo… pure.
- La catena di sosta del secondo tiro e’ marcia. Conviene di brutto sostare sull’alberello 1 metro sopra e 2 metri a sinistra
- La calata nella grotta dell’edera vale il 40% della via. Immaginare una ripetizione senza di essa e’ decisamente sconsigliabile.
- Detto questo, se state andando, fermatevi a investire qualche euro in un maillon rapide grosso da mettere accanto a quello che c’e’ sui cordoni di calata; e’ piccolo e consumato… Vi tiene eh, pero’ se vi fate pigliare dallo spirito per cui le vie sono di tutti, e’ meglio.
- Luscita dalla grotta dal cunicolo in basso e’ scomoda ma divertente. Utile ma non indispensabile una torcia per gruppo, indispensabili scarpe sensate, si scivola molto…
Le sensazioni dopo 6 mesi quasi di stop dai multipitch e dal calcare sono contraddittorie, il primo tiro ci ha menato, sia io che l’altro primo abbiamo fatto tanta fatica, anche psicologica e i chiodi sono a 2 metri di distanza l’uno dall’altro…
Il problema e’ che su quel calcare lucido li’ sembra tutto aleatorio! Sembra sempre che debba venire via da un secondo all’altro, non ti fidi di niente e ti caghi addosso. A inizio stagione e’ una sensazione orribile……
Sul secondo e sul terzo invece e’ andato tutto molto meglio ma la “forma” e’ proprio un’altra cosa.